Mario Craviari: "Dire la complessità del mondo. Teilhard de Chardin allo sguardo di pensatori del nostro tempo

Sergio Bonato

Mario Craviari : Dire la complessità del mondo.   Teilhard de Chardin allo sguardo di pensatori

del nostro tempo

Sergio Bonato

 

Quarant’anni di letture e di riflessioni. Una esperienza personale profonda. Mario Craviari, nato nel 1940 in una povera famiglia di agricoltori a Salsomaggiore, cittadina dell’Emilia Romagna, emigra in Francia per lavorare nell’esercizio commerciale degli zii. Per imparare il francese Mario frequenta  il parroco di Col de Ville Franche,  paese  alla periferia di Parigi,  il quale lo aiuta ad apprendere la lingua  e  a conoscere il pensiero del paleontologo gesuita Pierre Teilhard de Chardin.

Per quarant’anni  ogni mercoledì, Mario Craviari incontra il  suo parroco con il prof. Jean Onimus, che stava svolgendo una ricerca  su Teilhard, allargando l’attenzione  a pensatori del nostro tempo, teologi, filosofi, scienziati che potevano essere collegati col suo pensiero e tra questi pensatori troviamo gli italiani Primo Levi, Umberto Eco, Roberto Saviano…

Il frutto di questo appassionato  lavoro è stato raccolto in un  libro di oltre 370 pagine che non sono una semplice compilazione di citazioni, ma una ricca serie di riferimenti organizzati per temi, su aspetti diversi del pensiero di Teilhard e della cultura contemporanea.[1]

L’argomento fondamentale è la scoperta della Evoluzione, “la Sacra Evoluzione”, con la prospettiva dei rapporti dell’universo con Dio e con Cristo:  Cristo visto non soltanto come redentore della salvezza umana, ma anche come motore di tutta la evoluzione cosmica.

L’importanza del tema della Evoluzione, viene messa bene in evidenza nella introduzione del libro:  “L’uomo ha preso coscienza che domani non sarà più come ieri, che l’Evoluzione, declinata a tutti i livelli, dal cuore della materia alla vita biologica, fino allo stesso pensiero, diventa il vettore essenziale senza cui non si fa niente.  Davanti a questa presa di coscienza di un mondo che si fluidifica, che perde la sua consistenza, le religioni tradizionali con i loro dogmi… devono prendere il cammino della Evoluzione e cercare di creare un mondo abitabile, adatto al pensiero di oggi e di domani”.

È la risonanza dell’ affermazione di Teilhard scritta nel  suo capolavoro, Il Fenomeno Umano: “L’uomo scopre che non c’è altra cosa, che l’Evoluzione diventa cosciente di sé stessa e che egli è solidale e responsabile con il tutto in evoluzione”.

Questa  risonanza  si può cogliere anche nelle parole di Papa Benedetto XVI, citate da Mario Craviari: “I progressi scientifici non devono inquietare i cristiani: essi testimoniano la non completezza della creazione e dunque la insigne vocazione dell’uomo a completarla…”.

Un astrofisico vietnamita, docente nelle università degli Stati Uniti, Trinh Xuan Thuan, attento osservatore di filosofia e di teologia, ha precisato: “Può darsi che la scoperta più importante della cosmologia moderna sia la comprensione che l’universo ha una storia e che ha un passato ed un futuro … Le leggi  costanti fisiche,  fissate dai primi istanti dell’universo, lo spingono a una complessità sempre crescente. Dopo quasi 14 miliardi di anni, a partire da un vuoto riempito di energia, la natura ha generato  successivamente particelle elementari, atomi, molecole, batteri e tutti gli esseri viventi, tra cui l’uomo. Su questa immensa traccia determinata dai fisici, la natura ha saputo utilizzare il fortuito per inventare e creare la complessità…”.

Così l’astrofisica arriva ad intravvedere una legge di evoluzione della materia e dell’universo nella legge di complessità, la legge di “complessità – coscienza”, come direbbe Teilhard de Chardin , “complessità” che Mario Craviari indica nel titolo del suo libro,  Dire la complessità del Mondo.

L’astrofisico inglese John Barrow nella sua opera “La grande teoria”, arriva a scrivere che l’osservazione scientifica non ci permetterà mai di conoscere la struttura delle condizioni iniziali dell’universo.

Queste condizioni infatti, sono condannate a restare per l’eternità  nel regno della filosofia e della teologia.  Dopo Darwin i biologi rigettano ogni idea di una Evoluzione  che si confonde in una qualunque maniera con un disegno… Nessuna formula può  liberare la verità intera, tutta l’armonia, tutta la semplicità, tutta la complessità. Nessuna teoria assolutamente porterà a una visione totale”.

Mario Craviari trova in questa dimensione l’aspetto più profondo della sua ricerca, che coincide con il pensiero e le opere di Teilhard de Chardin. È  l’aspetto che emerge particolarmente nelle pagine  dedicate  al significato del peccato originale nel contesto dell’evoluzione, tematica che ha messo in difficoltà Teilhard nella sua esistenza,  portandolo fino all’esilio in Cina.

Mario Craviari demolisce la mitologia tradizionale, con una  profonda riflessione sul concetto di verità, tratto dallo scienziato  francese Francois Jacob, premio Nobel per la biologia: “La storia mostra che niente è così dannoso, così distruttivo quanto le ideologie, i fanatismi, la certezza di avere ragione.

Nulla causa conseguenze di miseria e di morte, quanto l’obbedienza ad una verità considerata come assoluta. Tutti i crimini della storia sono la conseguenza di qualche fanatismo. Tutti i massacri sono stati compiuti in forza ed in nome di un legittimo nazionalismo, di una vera religione e di una giusta ideologia”.

La verità viene sentita e vissuta come continua ricerca e continua scoperta, come  esperienza del sacro e del mistero.  Teilhard ha suggerito:  “Più il mondo si razionalizza  e si meccanizza, più esso richiede poeti come salvatori e come  fermento… Resta il fatto che la mistica è la grande scienza e la grande arte, la sola potenza capace di sintetizzare le ricchezze accumulate  dalle altre forme di attività umana”.

Un giovane filosofo francese del nostro tempo, Fabrice Midal, vicino alla sensibilità teilhardiana,  viene citato da Mario  Craviari:  “Tutto quello che esiste, racchiude sante scintille. Il nostro ruolo consiste nel favorire lo sgorgare di queste scintille, liberarle secondo questa magnifica idea che il mondo non è compiuto e che tocca a noi portarlo a termine. Allora ogni gesto, anche il più ordinario, se è realizzato con una giusta intenzione, ha una portata segreta, racchiude in sé una forza divina e può salvare il mondo”.

In polemica con la Chiesa ufficiale, sono ricordate le affermazioni di Teilhard  riportate da Emile  Rideau, autore della migliore sintesi del suo pensiero, secondo Mario  Craviari: “I punti un po’ azzardati o sistematici della mia dottrina non sono per me che punti secondari.  Sono molto meno le idee,  ma un certo spirito che  io vorrei diffondere e uno spirito può animare quasi tutte le forme…. È venuto il momento in cui il senso cristiano deve salvare il Cristo dalle mani dei chierici, perché il mondo sia salvato. Questo centro di spiritualizzazione (il Vaticano) manca completamente di connessione con il mondo umano in movimento intorno ad esso… Intorno a Roma  una rete ovattata ammortizza ogni rumore di discussione e di aspirazione umana… Il mondo si arresta alle porte del Vaticano”.

Le affermazioni  critiche di Teilhard sono state prese in considerazione dal Concilio Vaticano II, particolarmente nella costituzione Gaudium et Spes, che ha trattato dei  rapporti della Chiesa con il mondo contemporaneo.  Mario Craviari cita a questo proposito, una testimonianza del vescovo brasiliano Dom Helder Camara  sull’influsso di Teilhard nei lavori del Concilio: “Centinaia delle grandi tesi del Concilio sono veramente teilhardiane”.

I rapporti tra Chiesa e Mondo hanno costituito il cuore del pensiero di Teilhard  dalla sua genesi a tutte le fasi del suo sviluppo:  Craviari ricorda molte citazioni di Teilhard, come “Amare Dio nell’Universo e attraverso l’Universo in evoluzione! Impossibile immaginare una formula di azione più costruttiva, più completa, più trainante, più precisa in ogni caso e tuttavia più aperta a tutte le esigenze imprevedibili dell’avvenire”.

Già  negli Scritti del tempo di Guerra, Teilhard aveva detto: “Scrivo queste righe per esuberanza di vita e per bisogno di vivere, per esprimere un bisogno appassionato della terra e per cercare una soluzione ai dubbi della mia azione, perché amo l’universo, le sue energie, i suoi segreti, le sue speranze e perché nello stesso tempo, io sono votato a Dio, sola origine, sola finale, solo termine.  Io voglio lasciar esalare qui il mio amore della materia e della vita e armonizzarlo, se possibile, con l’adorazione unica della sola, assoluta e definitiva Divinità”. Amare il mondo e l’evoluzione, amare Cristo e la sua azione  nella vita e nell’universo. Nel suo Le Milieu Divin, Teilhard aveva scritto che “La carità cristiana generalmente descritta come un semplice olio di dolcezza espanso sulla pena del mondo,  si scopre come l’agente più completo e più attivo dell’avventura umana. L’avvenire della terra pensante è organicamente legato alla trasformazione delle forze dell’odio nelle forze della carità”.

Sulle prospettive di questa nuova società, Mario Craviari cita Edgar Morin, il pensatore francese più volte ricordato nella sua ricerca:  “Non si tratta di arrivare a una società di armonia in cui tutto sarà pacificato.  La buona società non può essere che una società complessa, la quale abbraccerà le diversità, non eliminerà gli antagonismi e le difficoltà di vivere, ma comporterà più unione, più comprensione, più coscienza, più solidarietà e più responsabilità”.

Come ho accennato all’inizio della mia nota, la raccolta di citazioni, di appunti e di riflessioni fatta da Mario Craviari, non è una compilazione caotica e dispersiva e tanto meno una esibizione di conoscenze e di interpretazioni personali. L’autore, semplice commerciante di prodotti alimentari, emigrante italiano in Francia, e divenuto un appassionato lettore delle opere di Teilhard de Chardin, precisa che: “Questo libro è una iniziazione alla “Scientia Nova” di domani, un manuale cioè, di esplorazione intellettuale, la testimonianza di un lettore infaticabile e vigilante”.

Un buon esempio di attenzione intelligente e di cordiale amicizia per il grande gesuita francese.

 

 

[1] Mario Craviari, Dire la complexité du monde: Pierre Teilhard de Chardin au regard des penseurs de notre temps, Éditions Les Acteurs du Savoir, Le Coudray-Macouard 2018

 

Questo articolo è stato pubblicato su Teilhard aujourd'hui 38 (febbraio 2022)

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