Isolamento. Energia per riprendere a vivere

Fr. Réginald-Ferdinand Poswick

Isolamento.

 Energia per riprendere a vivere.

Fratel Réginald-Ferdinand Poswick, teologo e specialista in informatica, è monaco benedettino nell’Abbazia di Maredsous, un monastero benedettino del XIX secolo, situato a Denée, nella provincia di NamurBelgio.[1]. Nel corso del primo periodo di isolamento a causa del Covid 19, ogni giorno ha indirizzato un pensiero di Teilhard ai suoi confratelli. Ne ha fatto poi una raccolta con il titolo “Florilegio teilhardiano”. Vi offriamo in lettura alcuni di questi messaggi. Forse aiuteranno anche noi in questo periodo di pandemia purtroppo non ancora concluso.

Per conservare viva la nostra reciproca fraterna attenzione, ho deciso di inviarvi ogni volta che mi si affaccerà alla mente, un pensiero del mio grande attuale amico Teilhard de Chardin. Un “profeta” per il nostro tempo che sapeva vedere nei grandi avvenimenti del mondo quella evoluzione globale della creazione che deve condurla fino al punto in cui sarà conforme, e potrà esservi pienamente assunta, al corpo cosmico/mistico del Cristo resuscitato…e  così resa al suo Creatore in quel gran dialogo d’Amore che ha progettato nell’esistenza!

19/3/2020 “…tutti, senza eccezione, evoco coloro la cui folla anonima costituisce la massa innumerevole dei viventi: quelli ignoti che mi circondano e mi sostengono a mia insaputa, quelli che vengono e quelli che se ne vanno, e soprattutto quelli che, nella verità o in seno all’errore, hanno fede nel progresso delle cose e nell’ufficio, nel laboratorio o nella fabbrica, oggi con passione inseguiranno la luce[2].

Ed ecco la parola di Teilhard per oggi

22/3/2020: “Egli contemplò, con chiarezza impietosa, la ridicola pretesa degli Umani a regolare il Mondo, a imporgli i loro dogmi, le loro misure e le loro convenzioni. Assaporò, fino alla nausea, la banalità delle loro gioie e delle loro pene, il meschino egoismo delle loro preoccupazioni, l’insulsaggine delle loro passioni, l’attenuazione del loro potere di sentire. Ebbe pietà di coloro che si sgomentano davanti a un’epoca o che non sanno amare al di là di un paese. Un mucchio di cose che l’avevano turbato o rivoltato altre volte, i discorsi e i giudizi dei colti, le loro affermazioni e le loro difese. Le loro interdizioni all’Universo di muoversi ...Tutto ciò gli parve ridicolo, inesistente, paragonato alla Realtà maestosa, riversante Energia che gli si rivelò, universale nella sua presenza – immutabile nella sua verità – implacabile nel suo sviluppo – inalterata nella sua serenità – materna e sicura nella sua protezione.[…] Un pesante mantello cadde dalle sue spalle e scivolò dietro a lui: il peso di ciò che c’è di falso, di angusto, di tirannico, di artificiale, di umano nell’Umanità. Un senso di trionfo liberò la sua anima..[3]

Continuo, pensando a ciascuno di noi e al modo in cui dovremmo dare testimonianza umana e cristiana al di là della crisi sanitaria!

20/4/20    Riflettendo alla “guerra” e al suo senso per l’umanità Teilhard scrive ai suoi amici Bégüen il 20 settembre 1940: “la pace non è il contrario della guerra. È la guerra portata oltre e più in alto di se stessa, nella conquista del transumano (in nota: uno stato superiore dell’umanità al quale perverrà se mette in opera tutte le forze materiali, morali e spirituali che svilupperà. Nient’altro che un progresso automatico: questa crescita dipende dalle volontà umane armonizzate in un impegno comune). Sempre la stessa soluzione, così semplice e così radicalmente sintetica dei problemi che ci dilaniano”[4]

22/4/20 Che si debba approfittare di questo tempo di riflessione che l’isolamento offre, è più o meno la situazione di Padre Teilhard de Chardin che viveva isolato dai suoi in Cina mentre la guerra scuoteva l’Europa. Allo stesso modo dovrà accettare il periodo di pazienza che il conformismo umano può far subire alle idee migliori…la sua migliore opera Il Fenomeno umano sarà bloccata a Roma praticamente fino alla sua morte! “So che il mio libro è arrivato bene a Roma ed è in revisione da tre mesi, non oso sperare in notizie favorevoli e tuttavia non sarebbe opportuno che un cattolico parli apertamente e cristianamente nel senso che è quello del miglior pensiero scientifico in questo momento? (opere che girano intorno a queste prospettive stanno uscendo ovunque attualmente). La questione non è più una semplice speculazione. Sono i rivolgimenti stessi in corso che pongono il problema dell’avvenire terrestre dell’umanità. E tuttavia non nasce niente che dia un’interpretazione costruttiva, dinamicamente cristiana, degli avvenimenti”[5]

“Perché noi abbiamo avuto accesso, diventando uomini, al potere di prevedere un avvenire e di criticare il valore delle cose che non sapremmo più agire senza che il nostro rifiuto stesso di prendere posizione non equivalga a una decisione”[6]

3/5/2020 Per questa domenica continuo il mio florilegio teilhardiano con un passo che avrebbe potuto scrivere oggi ponendosi delle domande sulla post-crisi sanitaria:La nostra specie entra in una fase di socializzazione, ben inteso. Noi non possiamo continuare a vivere attraverso la trasformazione che in qualche modo forgerà un tutto della nostra molteplicità. Ma allora come dobbiamo reagire a questa prova? Con che spirito e sotto quale forma dobbiamo abbordare la metamorfosi perché questa si trovi ominizzata in noi?”

…”Ecco dunque chiusa, a quest’ultimo crocevia, la nostra analisi delle vie generali aperte in questo momento davanti all’uomo giunto al limite della socializzazione della propria specie. Tre alternative successivamente incontrate che si risolvono in quattro possibilità. O proprio cessare di agire attraverso una specie di suicidio; o realizzarsi individualmente tramite una segregazione egoista al di fuori della massa; oppure gettarci risolutamente nella corrente d’insieme per esservi incorporati.”

20/5/2020 Un’umanità nuova uscirà dal post-virus? Non subito forse….ma più rapidamente di quanto non pensiamo? Ecco ciò che ne dice Teilhard. “In seno al “magma” pensante è di recente sorta una nuova sostanza, - un nuovo elemento non ancora catalogato, ma di suprema importanza: potremmo chiamarlo l’Homo progressivo, l’Uomo per il quale l’avvenire terrestre conta più del presente. Nuovo tipo d’Uomo, dico bene, perché solo duecento anni fa l’idea stessa di una trasformazione organica del mondo nel tempo non aveva ancora preso forma né consistenza nello spirito umano. In prima approssimazione tali uomini sono già facilmente riconoscibili: scienziati, pensatori, aviatori, ecc… tutti coloro che possiedono il Demone (o l’Angelo) della ricerca)[7]

In parecchie delle mie presentazioni dell’evoluzione umana che postula il passaggio alla cultura numerica, senza conoscere ancora l’opera di Teilhard avevo prospettato che l’umanità di domani sarà quella dell’homo creativus, che deve succedere all’homo faber e all’homo sapiens…! Creativus perché alla fin fine va a svolgere il suo ruolo di co-creatore nel Giardino della Creazione dove Dio l’ha posto!

Traduzione dal francese di Annamaria Tassone Bernardi

Articolo pubblicato su Teilhard aujourd'hui 36 (giugno 2021)

 

 

 

[1] Di lui la rivista ha pubblicato “Teilhard de Chardin e l’informatica”, n. 31, pp. 7-10

. [2]La Messa sul Mondo, Queriniana, Brescia 1999, p, 10. Scritta nel 1923 da Teilhard isolato nel Deserto degli Ordos in Cina, senza poter celebrare la Messa della Trasfigurazione

[3] Pierre Teilhard de Chardin, La puissance spirituelle de la Matière, Jersey, 8 aprile 1919, in Ecrits du temps de la Guerre, Seuil, Paris.1976.

[4] Pierre Teilhard de Chardin, Nouvelles lettres de voyage, Paris, Grasset 1957, pp. 50-51.

[5] Lettera all’Abbé Breuil inviata da Pechino il 12 luglio 1941 e ricevuta il 5 luglio 1945- in Nouvelles Lettres, cit.

[6]La Grande Opzione”, 1939 in l’Avvenire dell’uomo, Jaca Book, Milano 2011.

[7] Vita e pianeti in  l’Avvenire dell’uomo, cit..

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